Weekly Playlist N.12 (2023)

 

Risuonano nell’aere le dissonanti sinfonie di grilli e cicale, mentre il livello dei corsi d’acqua cala ogni giorno di più così come i nostri ritmi di vita, fino alla completa aridità intellettiva cui paiono volerci condannare luglio e agosto come del resto accadde lo scorso anno. Se però nel 2022 era stata l’Ucraina a battezzare l’ardente sole estivo con una grandiosa ora di follia sonora, adesso il destino beffardo vuole che giugno porti la firma di un altro grande ensemble proveniente però dall’altro lato del confine, anch’esso autore di una colossale opera magna capace di gettare un’ombra niente affatto riparatoria sulle distese d’erba ingiallita. Impermeabili alle scoppiettanti vicende susseguitesi ultimamente fuori e dentro Madre Russia, gli Arkona sono entrati a gamba tesa nelle nostre graduatorie annuali piazzandovi ai piani (molto) alti il loro ultimo nato Kob'”, miscela di sottili paure notturne e palpabili verità diurne delle quali, confidando nel vostro spirito di iniziativa e nella vostra pronta fruizione dell’intero imperdibile platter, la sola “Ydi” dovrebbe darvi bastante contezza. Le bollenti frontiere ad est si meritano pertanto l’attenzione non solo dei più importanti telegiornali, così come una Norvegia in notevole spolvero da dove di recente sono giunti segnali di vita sì dai sempre chiacchierati Taake, ma pure dagli orgogliosi vassalli di Sogndal Vreid: nessun nuovo album ancora all’orizzonte per il quartetto scandinavo, trionfante su prestigiosi palchi quali l’Hellfest eppure ignorato da quasi un decennio a questa parte dai dilettanteschi promoter italiani, ma bensì un valido singolo celebrativo di nome “Flammen” che tiene fede al glorioso passato di questa formazione semi-ventennale in attesa di futuri sviluppi. Con due news così tanto breaking si può anche passare all’artiglieria pesante composta dalle ricorrenze celebrate nelle ultime due settimane, ma prima di loro si insinua senza troppo baccano, come del resto da usanza cinese, l’EP del 2018 Legend Of East Dan”; in sostanza prendete i Nokturnal Mortum, bagnateli con un po’ di salsa di soia e gustatevi questi Frozen Moon da Jinzhou alle prese con la title-track del lavoro sopra menzionato, unico recupero estemporaneo di oggi e se vogliamo pure anniversario quinquennale che dovreste celermente recuperare assieme al seguito di due anni dopo. Entrati ormai con tutti e due i piedi nel sempre gremito galà indetto in onore di favolosi album pubblicati nel corso degli anni, è invero lo svedese solitario Shamaatae a festeggiare per primo i quindici anni compiuti da Antikosmos”, uno dei molteplici gioielli che brillano nella sottovalutata discografia firmata Arckanum la quale, in una “Svarti” come in mille altre occasioni, ci ha accompagnato per oltre cinque lustri negli angoli più oscuri e sanguinolenti degli antichi miti nordici. 2008 oggidì significa anche Equilibrium, i quali prima di diventare un coacervo di miseria artistica e cattivo gusto teutonico tiravano anche loro discrete mazzate tipo il piccolo classico dell’epopea folklorica Sagas”, uscito sì per l’infausta Nuclear Blast Records ma capace di spezzare tibie a suon di “Verrat” con ancora una certa dimestichezza. Con una playlist talmente incentrata sulle rievocazioni pagane più o meno recenti non ci starebbe male poi un excursus su chi, nei cupi Nineties, sdoganò tali tematiche presso le nere orde di musicanti di cui blateriamo ogni giorno qui sopra: una visita negli archivi di Darkest Past potrebbe essere utile, mentre se ciò che volete sono in fin dei conti le storiche note di grandi artisti allora ecco gli Hades del primissimo demo Alone Walkyng” datato 1993, insieme a degli imberbi Primordial impegnati un lustro dopo a farsi un nome col secondo full A Journey’s End”, che a dispetto del titolo sarebbe stato solo un piccolo antipasto della futura gloria imperitura. Che sia quindi “Alone Walkyng” o “Autumn’s Ablaze” a lasciarvi maggiormente il segno, le paganerìe varie ed eventuali terminano col botto sulle note di “Fallen” dei nostri svedesi del cuore Månegarm, lampo di sapiente scrittura nella scaletta non sempre abbastanza pepata del decennale Legions Of The North”, mentre invece le ultime due chicche risalenti al medesimo 2013 vanno a parare da tutt’altra parte formando una coppia che più strana non si può. L’inconfondibile gracchiare delle loro chitarre putrescenti introduce in grande stile la “Démonarque” chiamata a festeggiare i dieci anni intercorsi dal rilascio di Peste Noire”, eponimo discone dell’arcinoto Kommando alla cui spietata ironia su di una civiltà urbana condannata a morte nel suo quieto vivere fa da contrappunto, negli oltre dieci minuti di morte e rinascita “Ēole”, l’afflato naturalistico tipicamente cascadiano dei Moss Of Moonlight prossimi al letargo, ma non prima di un colpo di coda in formato ridotto intitolato Winterwheel”. For we are all Pagan…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Arckanum“Svarti” (from Antikosmos”, Debemur Morti Productions 2008)

2. Peste Noire“Démonarque” (from Peste Noire”, La Mesnie Herlequin 2013)

3. Arkona“Ydi” (from Kob'”, Napalm Records 2023)

4. Vreid“Flammen” (from Flammen” (Single), Autoprodotto 2023)

5. Hades“Alone Walkyng” (from Alone Walkyng” (Demo), Wounded Love Records 1993)

6. Frozen Moon“Legend Of East Dan” (from Legend Of East Dan” (EP), Pest Productions 2018)

7. Primordial“Autumn’s Ablaze” (from A Journey’s End”, Misanthropy Records 1998)

8. Equilibrium“Verrat” (from Sagas”, Nuclear Blast Records 2008)

9. Månegarm“Fallen” (from Legions Of The North”, Napalm Records 2013)

10. Moss Of Moonlight“Ēole” (from Winterwheel” (EP), Cascadian Alliance Records 2013)

Michele “Ordog” Finelli

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